Con il termine manufatti polimaterici mi riferisco a tutti quegli oggetti artigianali, diversi dai libri, che nel loro sviluppo tridimensionale, siano composti di carta, pergamena, pelle, legno, lamine metalliche, osso e fili di cucitura.
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PROTO-DESIGNER
Anticamente, se lo scopo ultimo di alcuni oggetti poteva ascriversi essenzialmente ad una funzione specifica, come ad esempio una lampada, una scatola, un ventaglio o una cornice, quando venivano commissionati da chi poteva permettersi il superfluo, artisti e artigiani venivano coinvolti e talvolta sfidati nella produzione degli oggetti più particolari ed unici a volte veri oggetti d’arte, ancora oggi gli antiquari più esperti possiedono miriadi di questi esemplari.
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ESPRESSIONI ARTISTICHE
Esistono altri manufatti polimaterici che hanno una funzione puramente estetico-artistica come le maschere, le statue, e infiniti altri oggetti di cartapesta come bassorilievi decorativi a sostituzione degli stucchi, e svariate altre tipologie di decori murali aggettanti, fino all’apice che si raggiunge nei carri di carnevale di alcune tradizioni popolari.
Vi sono poi veri e propri oggetti d’arredamento come separè di carta di riso dipinte e non, c’è stata inoltre la lunga moda, che in alcuni casi persiste, della carta da parati, del quale vi sono tipologie raffinate di rara bellezza, per non parlare del mondo sconfinato e ingegnoso della scenografia, di cui alcuni teatri ne conservano depositi zeppi.
Le criticità di tutti questi oggetti dipendono nella stragrande maggioranza dei casi principalmente dalla loro fragilità dei materiali che lo compongono, non sempre tra loro compatibili, con comportamenti degradativi differenti. Inoltre la conservazione di questi oggetti è spesso molto complicata poiché si tratta di oggetti che nati per essere esposti, e spesso è proprio la loro esposizione la maggiore causa di degrado.
