Il mondo della fotografia ha origini relativamente recenti, le testimonianze più antiche della sperimentazione fotografica risalgono alla prima metà del XIX secolo. I protagonisti furono numerosissimi, scienziati-inventori che a partire da studi di ottica, luce e chimica testarono ed elaborarono moltissime tecniche, talvolta non facili da distinguere tra loro a posteriori.

Ispirandosi alla “camera oscura”, che permetteva di incanalare un’immagine e riproporla rimpicciolita e ribaltata attraverso un percorso di lenti contro una parete opposta, furono realizzate le prime fotocamere. Il termine camere faceva riferimento alle dimensioni iniziali che avevano, vere e proprie stanze; per avere una misura dell’innovazione tecnologica basti pensare alle fotocamere che ora troviamo in molti dei dispositivi che ci accompagnano ogni giorno.

I processi fotografici e quindi i loro prodotti sono numerosissimi. Si parte dagli unicum quali dagherrotipi, ambrotipi e ferrotipi, i negativi al collodio umido, le stampe in carta salata e all’albumina, si passa, a fine Ottocento, all’introduzione dell’emulsione alla gelatina ai sali d’argento che è stata applicata ai diversi supporti e utilizzata per la produzione di negativi e positivi, per arrivare, in tempi più recenti, alla scoperta del colore con la diffusione dei film invertibili (diapositive), le stampe cromogeniche con i relativi negativi e alla diffusione della stampa digitale.
Ciò che accomuna ogni procedimento fotografico è l’uso di sostanze fotosensibili che nel reagire all’esposizione luminosa restituiscono una versione potenzialmente immortale del “oggetto catturato”.

Il restauro fotografico

Al restauratore spesso è richiesto di intervenire in termini di conservazione preventiva di fondi e collezioni, prima di passare ad un eventuale intervento di restauro. L’identificazione delle tecniche esecutive, dei materiali costituenti e dei trattamenti specifici si rivela fondamentale per definire le corrette strategie conservative e le opportune azioni dirette sul bene fotografico.

Quando vi siano dei danni e si consideri necessario e vantaggioso procedere al restauro gli interventi vanno eseguiti nella maniera più accurata e puntuale possibile, si usano gli strumenti di maggiore precisione e se il fine generale del restauro è sempre quello di prolungare “l’aspettativa di vita” di un bene ancor più, nel caso delle fotografie, talvolta molto fragili, il criterio per raggiungerlo è necessariamente quello del minimo intervento.

RESTAURO

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